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45 anni di design

45 anni di design: gli anni ’70

45 anni di design: gli anni ’70
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45 anni di espresso a casa, 45 anni di design. Era il 1977, quando Gaggia lanciava la sua iconica Baby Gaggia, la prima macchina espresso per uso domestico prodotta su scala industriale.

Ed è proprio da questo decennio, i magici anni Settanta, che iniziamo un percorso attraverso il tempo e la storia del design italiano, tra trend, cultura e prodotti iconici, fino ai giorni nostri.

La prima decade del nostro viaggio è vivace ed espressiva come forse nessun’altra.

In quel periodo, il design italiano si è espresso in modo più colorato e decisamente anticonformistico rispetto al passato.

Un decennio turbinoso e contraddittorio che ha visto confluire insieme la tradizione più reazionaria e l’innovazione più audace, tendenze diversificate che s’incontravano e scontravano dando così origine a un originalissimo profilo estetico.

L’austerità degli anni Settanta, schiacciati dalla crisi petrolifera, toccava la decadente e coloratissima opulenza che avrebbe caratterizzato la fine del decennio e tutti gli anni Ottanta. I colori della natura e della terra, in tutte le sfumature del marrone e del verde, si trovavano in formulazioni inedite insieme all’estetica camp e kitsch, con le loro esplosioni di colori caldi e accesi. Ciò che rimaneva dell’immaginario hippies e flower power, in cui dominava un orizzonte tutto al naturale che si voleva vicino alla terra e al Sole, veniva accostato arditamente alle visioni più futuristiche dell’high-tech e delle tecnologie prossime venture.

Utopia e distopia, assieme.

Un continuo azzardo estetico, una ricerca febbrile del nuovo e dell’innovativo, dell’estroso e del bizzarro, ma non solo; ricerca della praticità, dell’efficienza, di una funzionalità che fosse in grado di intervenire realmente nel quotidiano e renderlo più gradevole, amichevole.

Non più l’orizzonte del sogno (quello degli anni Sessanta) ma la realtà concreta, dentro, fino in fondo, nella vita di tutti i giorni.

In un modo o in un altro, uno stile indimenticabile, peculiare, riconoscibilissimo, ritornato a cicli continui prepotentemente in auge; in altre parole, uno stile ricco di “personalità”: questo è il termine che più di ogni altro caratterizza il design degli anni Settanta.

Una personalità composita che Gaggia ha fatto propria declinandola nella linea pop e innovativa di Baby Gaggia.

“Pop” nel senso più ampio del termine: popolare, perché grazie a lei cominciava l’era del consumo casalingo di massa del caffè espresso. Ma “pop” anche perché portava nelle case di milioni di persone le tendenze coloristiche del decennio, che prediligevano toni accesi rossi e arancioni, proprio come il suo inconfondibile color aragosta.

Era necessario coniugare estetica, funzionalità ed esigenze di consumo.

Nel design italiano, altre opere degli anni Settanta cercavano di entrare nelle case e portare il nuovo.

Curiosando nell’archivio ADI del Compasso d’Oro – il più antico premio di design del mondo – abbiamo voluto selezionare quattro oggetti che ben rappresentano quel decennio funambolico.

Il primo è l’iconica Poltrona Soriana disegnata nel 1969 da Afra e Tobia Scarpa. Linea morbida, sinuosa, generosa, una struttura solida in metallo e un’abbondante imbottitura per una poltrona-divano che renderà più accoglienti case e uffici prestigiosi. Il design al servizio di un comfort inusuale che avvolge l’individuo.

Altrettanto pregiata ed emblematica è la lampada da tavolo Atollo, realizzata dal designer Vico Magistretti nel 1977 e caratterizzata da una forma “a fungo” che ha rivoluzionato l’idea stessa di abat-jour, la sua visione estetica e il suo ruolo funzionalistico all’interno dell’ambiente. Ancora oggi uno degli oggetti di design italiano più celebrati del mondo.

Il nostro terzo oggetto è rappresentato da un piano cucina, in luogo della serie di elettrodomestici Osa disegnata da Makio Hasuike per Merloni, del 1979.

Nello stesso anno ci fu il lancio del letto modulare e modulabile “Abitacolo” di Bruno Munari. Si trattava di una struttura in acciaio multifunzionale, letto e insieme tavolo, libreria, appendiabiti e portaoggetti. Dietro all’ardito concept, l’idea di un design che fosse il più possibile corrispondente ai bisogni dell’utilizzatore. Comodità, funzionalità, estetica, spazialità, personalizzazione: tornano ancora una volta concetti chiave che hanno reso il design degli anni Settanta costantemente moderno, un punto di riferimento a cui guardare ogni giorno senza timore di sbagliare, in un processo di sviluppo che parte da allora e si riattualizza nell’oggi prefigurando il futuro. Proprio come Gaggia e la sua Baby.

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